Il Risk Management Anticipante Per Capire I Rischi Sistemici

Il Risk Management Anticipante Per Capire I Rischi Sistemici

Il Risk Management può essere uno strumento molto utile per analizzare i rischi sistemici e acquisire informazioni utili per anticiparli. Vediamo insieme come e quando si usa nell’ambito delle strutture e delle organizzazioni complesse

Il Risk Management si basa sulla possibilità di avere informazioni per conoscere e calcolare il rischio. Il futuro però è il regno dell’incertezza, proprio a causa della carenza di informazioni: in questo caso per anticipare i rischi sistemici sono necessarie analisi più ampie e l’uso della tecnologia.

Rischi sistemici: cosa sono e come si manifestano

I cosiddetti “rischi sistemici” sono noti e studiati da tempo soprattutto in ambito finanziario partendo da un’accezione semplice: si tratta di discontinuità forti, anche cambiamenti epocali che prendono le sembianze di uno squilibrio

Cosa avviene?

Un rischio sistemico provoca la perdita di equilibrio di un sistema, che entra in crisi a volte fino all’autodistruzione: quello che accade è che il sistema non riesce ad assorbire un cambiamento violento, diventa fragile e perde la capacità di resistere alle perturbazioni, ovvero la sua resilienza.

Gli impatti possono diventare devastanti perché i rischi sistemici innescano una serie di ripercussioni che si trasformano in tempi rapidi in escalation.

Questa caratteristica li rende molto simili ai rischi catastrofali di origine naturale e quindi identificabili spesso come wild card o “cigni neri” nel linguaggio sia dei risk manager che dei futuristi. È il caso della pandemia di Covid-19 che ha messo a dura prova le strutture sanitarie ed in particolare le RSA.

In generale, genesi e conseguenze del verificarsi di un rischio sistemico investono organizzazioni, istituzioni o addirittura Paesi a livello di governance a tal punto che le stesse non ritornano mai più come prima, non avviene un “ripristino”.

Risk Management e rischi sistemici

I rischi sistemici sono spesso percepiti come “shock” a causa di una persistente tendenza degli ambiti interessati a sottovalutare le interconnessioni e interdipendenze.

Oltre alla complessità e non-linearità di questi eventi, ad ingigantirne gli effetti e aumentarne il potenziale distruttivo ci sono una scarsa consapevolezza e una inadeguata percezione di tali rischi a tutti i livelli.

Non bisogna tuttavia dimenticare che questi stessi rischi hanno un’enorme forza propulsiva verso la trasformazione e, a volte, verso il progresso dei sistemi che mettono in crisi.

I rischi sistemici nella storia 

Il verificarsi di un rischio sistemico ha connotazioni storiche precise, è individuato da date o periodi ben identificabili, perché spesso vi è una tardiva consapevolezza di ciò che era spesso già ampiamente visibile e persino prevedibile da tempo. Come una sorta di oblio collettivo o di incapacità di riconoscere i nessi e i segnali di allarme.

Facciamo qualche esempio. 

L’assicurazione per l’interruzione di esercizio di attività produttiva (BI) nasce nel 2012  quando l’allagamento di interi parchi industriali in Thailandia interrompe catene di fornitura vitali (piastre madri per computer) e diventa un problema globale. Il rischio esisteva già prima e i fatti del 2012 lo hanno portato di colpo alla consapevolezza degli addetti ai lavori.

Altro esempio è la pandemia da Covid-19, il cui rischio era ben noto e prevedibile molto prima, nonostante elementi concomitanti di forte imprevedibilità.

Proprio la caratteristica dell’imprevedibilità rende i rischi sistemici così difficili da prevedere e analizzare tramite l’analisi e la gestione convenzionale del rischio, quello che i futuristi definiscono “Risk Management Reattivo” (RMR).

Come affrontarli quindi? 

Per riuscirci occorre una gestione complementare dei rischi, che integra la solidità del RMR, con uno strumentario nuovo: quello degli Studi di Futuro. E per questo lo chiamiamo Risk Management Anticipante (RMA).

Il Risk Management Anticipante per la gestione dei rischi sistemici

La ISO Guide 73 Risk Management – Vocabulary della famiglia della norma ISO 31000:2018 definisce il rischio come l’“effetto dell’incertezza sugli obiettivi”. Facile essere d’accordo su questa definizione. Fornisce poi la seguente definizione di incertezza: “lo stato, anche parziale, di assenza di informazioni relative alla comprensione o conoscenza di un evento, delle sue conseguenze o della loro frequenza”. Questa definizione è insoddisfacente dal punto di vista dei Futures Studies.

Proviamo a spiegarne il motivo.

La principale differenza tra rischio e incertezza è che il rischio è calcolabile perché gli eventi che presentano rischi hanno una distribuzione nota in senso statistico. Gli eventi incerti, invece, non hanno una distribuzione nota. Ai rischi si può dunque applicare il calcolo di probabilità, alle incertezze no. L’incertezza degli eventi autenticamente incerti è strutturale e non dipende dalla mancanza di informazioni. La stragrande maggioranza degli eventi futuri è autenticamente incerta.

Il futuro non fornisce dati o non siamo ancora in grado di comprenderli. Tutti i dati per estrapolare previsioni in qualsiasi disciplina provengono dal passato. Attribuiamo valore alle informazioni/dati proprio perché riducono l’incertezza e di conseguenza siamo propensi a considerare l’incertezza “scomoda”.

Differenza tra Risk Management Reattivo e Anticipante

Teorie e prassi tradizionali del RMR considerano che vi sia continuità tra rischi e incertezze. Il RMA afferma invece che esiste una discontinuità tra rischi e incertezze autentiche. Al di là di un dato livello di incertezza non c’è mancanza di informazione, ma inconoscibilità. Per esplorare mondi sconosciuti è necessario avere gli strumenti giusti.
Il RMR si concentra sull’organizzazione interna, si occupa prevalentemente di sistemi chiusi, è guidato da schemi di processo “semplificati” e si basa sostanzialmente su profili di rischio noti.

Il RMA analizza anche i contesti esterni, è guidato da una prospettiva di sistemi aperti e si occupa di profili di rischio emergenti e sconosciuti.

Per poter affermare qualcosa di scientificamente e metodologicamente valido su eventi futuri, la gestione del rischio dovrebbe essere ispirata dall’Anticipazione e implementare i suoi metodi di indagine, ad esempio gli esercizi di futuro.

Gli standard di ERM adottano un approccio pragmatico basato su una forte impronta “procedurale”, con un apparato di metodologie normative che fornisce definizioni semplici e “utilizzabili” in sistemi chiusi considerati come “meccanismi”. Ma tutti i sistemi sociali in realtà sono sistemi complessi più affini al concetto di organismo.

Alcune “dimensioni” importanti non sono indagate dall’ingegneria del rischio, tra queste:

  • le incertezze autentiche
  • la dimensione psicologica/percettiva
  • il significato sociale dei rischi, i diversi punti di vista, i rischi di medio e lungo termine
  • la comunicazione del rischio

Il futuro del Risk Management 

Se è vero che il RMR diventerà sempre più predittivo grazie alle tecnologie, in particolare dell’IA, spostando in avanti il limite delle incertezze autentiche (che resteranno comunque decisive per la governance a medio e lungo termine), il RMA ci fornisce, d’altra parte, una visione più olistica perché mette insieme la gestione del rischio e la gestione dell’incertezza, andando oltre la definizione classica del processo di gestione del rischio: “attività coordinate per dirigere e controllare un’organizzazione in relazione al rischio”. 

I risultati della ricerca sul campo indicano che gli approcci basati esclusivamente su valutazioni del rischio “tecniche” promuovono i conflitti sociali, minano il consenso sulle misure per mitigare i rischi e ostacolano i processi decisionali: le parti interessate dovrebbero essere coinvolte nelle decisioni sulla mitigazione.

La doppia strategia del RMA può aiutare i decisori, le comunità e le strutture complesse come gli ospedali e luoghi di cura e riabilitazione a prepararsi meglio ai rischi sistemici e alle loro conseguenze.

Per approfondire invitiamo a consultare la sezione dedicata al Risk Management sul sito di ANRA.

Antonio Furlanetto
Antonio Furlanetto
Dopo la laurea in Germanistica presso la facoltà di Trieste (ma anche Berlino e Lubiana) ha conseguito il Master in Diritto delle Responsabilità Civili presso l'Università di Genova, specializzandosi poi nel problem solving transnazionale e nella risoluzione dei conflitti culturali. Ha frequentato il Master in Previsione Sociale presso l'Università di Trento. Quando approda in -skopìa porta con sé oltre vent'anni di esperienza professionale nel settore delle assicurazioni (sinistri internazionali, fino al ruolo di country manager), nel risk manager (è socio di ANRA) e nel business aziendale per contribuire alla costruzione dei prodotti dedicati alle imprese e alle amministrazioni pubbliche.