La Futures Literacy anche nella scuola primaria - SKOPIA Anticipation Studies Blog

La Futures Literacy anche nella scuola primaria

La missione della scuola e della comunità educante è quella di educare cittadini proattivi, capaci di scelte proprie e responsabili sulle qualità della propria comunità. Il risultato atteso di ogni investimento in questa direzione è creare futuri aperti di realizzazione personale e collettiva, connettendo i futuri personali ai futuri collettivi, superando la dicotomia tra ottimismo e pessimismo, attraverso un atteggiamento proattivo basato su visioni a lungo termine e pensiero critico

Il “cittadino lungimirante” si interessa della propria storia e della storia della propria comunità o di chi condivide il suo tempo. Il suo orizzonte di percezione, osservazione e azione è abbastanza ampio che necessariamente si interseca e interagisce con quello di altri cittadini, così facilmente vede la propria realizzazione come collegata a quella della propria comunità. Tale attenzione e osservazione lo allena a comprendere meglio i cambiamenti, che cerca di considerare e distinguere, tra quelli incontrollabili e quelli influenzabili dalle proprie azioni (rispetto ai primi si prepara per adattarsi, rispetto ai secondi prepara strategie). Attraverso tutto ciò in qualche modo il cittadino lungimirante possiede il proprio tempo, riconosce le proprie responsabilità. 

La missione educativa della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi

La Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, costituita nel 2007 per gestire il Museo Casa De Gasperi di Pieve Tesino (TN) e attualizzare la lezione democratica dello statista trentino attraverso vari format e progetti, fin dalla sua nascita ha sempre trovato nell’attività educativa uno dei perni fondamentali della sua mission. 

Nell’alveo di questa attività educativa, cresciuta e definitasi negli anni, la Fondazione si è trovata progressivamente a rinnovare un approccio legato inizialmente all’alta formazione per adeguarlo alle esigenze di fruitori differenziati. In particolare, un indirizzo di sviluppo fortemente caratterizzante è stato quello di abbassare l’età d’accesso alle proposte didattiche fino alla prima età scolare, nella convinzione – suffragata dagli ultimi rilievi pedagogici – che sia possibile e anzi opportuno avviare un’educazione al metodo democratico e ai suoi valori fondamentali già a livello di scuola primaria. Concetti come quello di bene comune, di diritti e doveri, di solidarietà e partecipazione, di responsabilità o di rispetto di sé stessi e degli altri sono presenti nella vita quotidiana di bambini e bambine.

Le scuole

Il laboratorio di futuro è stato sviluppato per la prima volta nel febbraio 2020 all’interno del percorso di formazione “Vitamina C: cittadinanza in pillole”, nato su impulso della Comunità della Val di Non e coordinato dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi in collaborazione con la Cooperativa Sociale Young Inside. L’iniziativa ha coinvolto sette scuole primarie della Val di Non (Provincia Autonoma di Trento), interessando un totale di 224 alunni e 16 insegnanti. 

L’anno successivo, nel marzo 2021, il laboratorio è stato svolto nell’ambito di un nuovo percorso di educazione alla cittadinanza organizzato dalla Fondazione con il sostegno della “Strategia Nazionale per le Aree Interne – Area del Tesino” nel territorio della Valsugana e del Tesino (Provincia Autonoma di Trento). Alle attività, svolte parzialmente in presenza e in parte da remoto, hanno partecipato 198 alunni e 28 docenti di sei scuole elementari.

Il metodo semplificato degli scenari strategici

Il laboratorio sperimenta la costruzione e l’uso di scenari strategici nelle classi della scuola primaria. Gli scenari strategici sono intesi come descrizioni qualitative, coerenti e rilevanti di futuri ipotetici alternativi che possono fungere da base per l’azione. La costruzione degli scenari è ispirata al metodo qualitativo noto come “scenario planning”, diffuso dalla Global Business Network a partire dalle applicazioni dagli anni Settanta e ulteriormente sviluppato e aggiornato da -skopìa.

Il metodo si basa sull’individuazione delle variabili più incerte e più impattanti rispetto alla questione strategica, con cui si definisce un “quadrante degli scenari” e si distinguono quattro “mondi possibili”. L’intento di costruire scenari strategici non è quello di fare previsioni o raccontare storie “vere” di futuro; il futuro “reale” conterrà probabilmente elementi di tutti e quattro gli scenari. L’obiettivo è imparare dagli scenari, ottenere informazioni su cosa potrebbe cambiare, perché potrebbe cambiare e cosa potrebbe significare questa conoscenza per le decisioni. 

La costruzione di scenari ha un valore informativo e formativo di per sé come processo di apprendimento collaborativo e collettivo, a prescindere dai risultati. Soprattutto in ambito educativo, lo scopo della costruzione degli scenari è imparare insieme a immaginare più futuri possibili, arricchendo la propria “libreria di immagini di futuro”. Se vediamo un solo futuro o un solo tipo di futuri (es. solo positivi o solo negativi), saremo portati a diventare cittadini passivi (ci giustifica!), favorendo un atteggiamento di attesa (o pretesa) che altri facciano qualcosa, tra fatalismo e lamentela inattiva (“il mondo sta andando così, non è colpa mia e non posso farci nulla”) o ottimismo semplicistico (“tutto andrà comunque bene”). Se vediamo più futuri possibili e quali sono le forze di cambiamento che potrebbero provocarli, abbiamo dei riferimenti per agire oggi, per saper cosa cambiare della realtà per “spingerla” verso gli scenari desiderabili.

Nella sperimentazione, gli scenari sono il punto di partenza di una riflessione di gruppo, pensata per stimolare in modo giocoso il dialogo e l’immaginazione su scenari di vita quotidiana nella propria comunità. Qui le incertezze più rilevanti sono predefinite, semplificando il metodo originale e relative a due aspetti della convivenza in una comunità, base della cittadinanza: regole e collaborazione. Questi sono considerati nei loro possibili estremi: mancanza di regole e rispetto delle regole, individualismo e collaborazione. Dalla combinazione dei possibili estremi emergono gli scenari o i quattro “mondi possibili”: 

  1. cittadini socievoli che non seguono le regole 
  2. cittadini socievoli che seguono le regole 
  3. cittadini individualisti che seguono le regole
  4. cittadini individualisti che non seguono le regole 

Questi quattro scenari rappresentano molte situazioni reali, in diversi contesti, che dal punto di vista degli studenti potremmo distinguere tra microcosmo (famiglia, gruppo di pari) e macrocosmo (paese-comune di residenza, valle, provincia, nazione).

Conclusione o inizio!?

L’esperienza nell’ambito della classe ha consentito a ciascuno di visualizzare e in parte simulare i meccanismi di partecipazione all’interno di una collettività e di definire in maniera non banale la propria posizione e il proprio ruolo nel confronto, alle volte dialettico, tra le scelte individuali e quelle della comunità. Sviluppando percorsi analoghi a questo sembra possibile gettare le fondamenta per costruire percorsi di comunità più consapevoli e dare forma agli auspici dei padri costituenti, convinti – come ebbe a dire uno di essi, Pietro Calamandrei – che “trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere”. 

Fonti bibliografiche

Bodinet, J. C. (2016). Pedagogies of the futures: Shifting the educational paradigms. European Journal of Futures Research4(1), 21. https://doi.org/10.1007/s40309-016-0106-0

Bonesini, A., Brunori, F., Cristoforetti, L., & Scolozzi, R. (2017). Made in future: Connessioni, paesaggi, responsabilità—Progetto sperimentale di didattica orientata al futuro e al pensiero sistemico. Reverdito Editore.

Miller, R. (2015). Learning, the Future, and Complexity. An Essay on the Emergence of Futures Literacy. European Journal of Education50(4), 513–523. https://doi.org/10.1111/ejed.12157

Schwartz, P. (2012). The Art of the Long View: Planning for the Future in an Uncertain World. Crown Publishing Group.

Ilaria Rinaldi
Ilaria Rinaldi