La globalizzazione nell'era dell'intelligenza artificiale

La globalizzazione nell’era dell’intelligenza artificiale

Le forze che sospingono o trainano la globalizzazione, la deglobalizzazione, l’emergere di sistemi globali multipolari si intrecciano in grovigli intricati, non sempre facili da decifrare e quindi da anticipare. 

L’ascesa dell’intelligenza artificiale (IA) in vari settori non può essere immune a questo tiro alla fune tra accentratori e decentratori. 

Le vecchie forme della globalizzazione stanno appassendo, oppure evolvendo in direzione di un nuovo ordine mondiale multipolare.

È una fase nuova in cui Brasilia (non Washington) si incarica di provare a risolvere le crisi sudamericane; sauditi e iraniani – riavvicinatisi grazie alla mediazione cinese – si accordano per prevenire un’escalation in Medio Oriente; l’India diventa una potenza artica (!) grazie all’assistenza russa. 

In questi frangenti, non si può sottovalutare il ruolo dell’intelligenza artificiale nel dare forma a nuove forme di globalizzazione

E dato il periodo natalizio, desidero esplorare questa dimensione della questione introducendo il concetto di “AGI Multipolari” con l’acronimo MAGI.

Come i re Magi recavano doni, così l’AGI (Intelligenza Artificiale Generale) sembra promettere di rendere le nostre esistenze più semplici, magari già a partire dalle gravose incombenze burocratiche.

D’altronde, in qualche modo, la simbologia religiosa – com’è inevitabile in culture, come quella occidentale, impregnate di cristianità – è già emersa nello scontro sul controllo di OpenAi, l’azienda che probabilmente sarà la prima a dare alla luce un’AGI: Sam Altman, il “profeta” amato dal popolo (dipendenti aziendali), è stato tradito dai suoi associati, “crocifisso” (rimosso) e dopo 3 giorni è “risuscitato” (reinsediato alla guida dell’azienda), pare perché desiderava far venire al mondo un’intelligenza “non di questo mondo”.

A questo proposito, Georg Christoph Lichtenberg, fisico e aforista tedesco del Settecento, soleva dire che se fosse nato un altro Messia, difficilmente avrebbe potuto fare altrettanto bene di quanto ne aveva fatto la macchina tipografica di Gutenberg. 

Siamo tornati a quel tipo di balzo evolutivo? Le dispute infuriano come ai tempi di Gutenberg e la controversia tra cinici e idealisti dell’IA ruota intorno alla natura stessa dell’intelligenza: ha storicamente portato alla benevolenza (es. Einstein) oppure alla sociopatia (es. Eichmann)? 

Nel lungo periodo, lo sviluppo tecnologio eleva o fa precipitare? 

L’IA, con le sue immense capacità analitiche, può risolvere i grandi problemi dell’umanità: la sua evoluzione la porterà a trascendere le debolezze e meschinità umane, a diventare una forza a modo suo empatica e comprensiva, oppure alla sua corruzione e ad una nuova autocrazia digitale?

Al momento lo scontro vede il prevalere degli “ottimisti”, i quali si ritrovano sulle spalle il fardello della responsabilità storica di identificare la strada giusta per fare in modo che l’avvento di AGI sia sicuro e propizio. 

È anche per questa ragione che sta emergendo la soluzione multipolare (MAGI), ossia una variante decentrata dell’AGI, in contrapposizione allo scenario di un’unica versione centralizzata, che sarebbe più semplice da osservare e sorvegliare, ma meno semplice da controllare. 

Le MAGI sarebbero intelligenze artificiali che rispecchiano le sensibilità ed esigenze delle comunità nelle quali operano, in contrasto con l’AGI unipolare, singola e tendenzialmente non democratica, se non addirittura punitiva.

Le MAGI vengono descritte come maggiormente in sintonia con un mondo multipolare in cui nessuna potenza possa determinare arbitrariamente il fato di tutti. 

Così, per esempio, Putin ha promesso di accelerare lo sviluppo dell’IA in Russia per contrastare il dominio occidentale. Altre potenze regionali o sovraregionali, democratiche, stanno coltivando le medesime ambizioni. Ciascuno vuole la propria MAGI(a).

Se è pur vero che queste aspirazioni di potenze maggiori e minori porteranno a una nuova corsa agli armamenti digitali tra le potenze globali e che questo potrebbe esacerbare ulteriormente le tensioni geopolitiche, è altrettanto innegabile che questa evoluzione potrà stimolare i progressi dell’IA in altri Paesi e potrebbe fungere da deterrente, come si è fatto con le armi atomiche, in uno scenario di diverse entità IA di forza comparabile.

AGI multiple riducono il rischio di un guasto critico del sistema, rendendolo resiliente, anche proteggendolo da azioni nocive.

Una maggiore cautela dovuta alla presenza di una serie di ASI (superintelligenza) di tutela potrebbe aumentare la sicurezza globale.

Le ASI universali pongono la questione della protezione della privacy degli onesti, ma eliminerebbero la possibilità di nascondere le attività criminali.

Le ASI in rete, costrette a negoziare tra loro, trovare accordi e scendere a compromessi, sarebbero indotte ad impegnarsi in comportamenti sociali e prosociali, riconoscendo la necessità della fiducia e dell’interazione pacifica, insegnandola alla collettività umana.

In ultima analisi, il successo delle MAGI introdurrebbe un sistema di pesi e contrappesi tecnologici in grado di impedire, appunto, a una singola AGI, trasformatasi in ASI, di inverare una vicenda letteraria ben nota: “Ora, gli Elfi fabbricarono molti anelli; ma in segreto Sauron costruì un Unico Anello con cui dominare tutti gli altri, il potere dei quali era legato a quello con soggezione assoluta e destinato a durare solo quanto sarebbe durato il suo” (J. R. R. Tolkien, Il Silmarillion).

Stefano Fait
Stefano Fait
Stefano Fait è un analista di previsione strategica con un talento per l’Open Source INTelligence e la costruzione di scenari strategici. Usa metodi quantitativi e qualitativi e ricerca analiticamente connessioni tra concetti, eventi e processi, coltivando però anche la capacità di intuizioni profonde.