Le Wild Card - SKOPIA Anticipation Studies Blog

Le Wild Card

Le wild card rappresentano, insieme ai cigni neri, degli eventi possibili, anche se poco probabili, il cui impatto potrebbe però essere molto significativo. Esploriamo insieme questi concetti e le reciproche differenze

Wild card, cigni neri, segnali deboli… quanti termini e quanta confusione!

Parole spesso utilizzate come sinonimi, con definizioni che si sovrappongono e che possono creare molti dubbi. È però fondamentale conoscere le giuste definizioni e capire le, spesso sottili, differenze che intercorrono tra le une e le altre.

Proviamo a fare chiarezza.

Wild Card e Cigni Neri: qual è la differenza?

La prima precisazione da fare è che Cigni neri e Wild card rappresentano due concetti diversi. Il termine “Cigno nero” viene utilizzato, come scrive Roberto Poli, per riferirsi a: 

“un evento virtualmente impossibile in rapporto a un certo contesto (temporale e spaziale), che però diviene possibile se trasportato in un contesto più ampio”. (Poli, 2019).

Le Wild card invece sono un’altra cosa perché:

sono indipendenti dal nostro quadro di analisi e concernono situazioni che non sono in alcun modo intercettabili: vere e proprie sorprese”. (Poli, 2019).

Ma cosa sono le Wild card?
E come ci aiutano nell’esplorazione dei Futuri?

Wild Card: le definizioni in letteratura

In letteratura troviamo diverse definizioni che ci raccontano la complessità di questo concetto.

John Rockfellow nel 1994 definiva le Wild card come “un evento con bassa probabilità di verificarsi, ma ad elevato impatto se accade”.

Una prima definizione che ci aiuta a tracciare alcuni confini generali entro i quali far ricadere l’idea di Wild card. Innanzitutto, parliamo di eventi poco probabili ma le cui conseguenze hanno forte impatto. Ma c’è di più:

John Petersen nel 1999 nel suo libro “Out of the blue: how to anticipate big future surprises” definiva le Wild card come:

eventi a bassa probabilità, alto impatto che accadono rapidamente e con conseguenze radicali. Generalmente questi eventi sorprendono tutti, perché si materializzano così rapidamente che i sistemi sociali non possono rispondere in modo efficiente”.

Edward Cornish in tempi più recenti, nel 2003, come gli altri autori sopracitati, ha ripreso la constatazione che questi eventi sono sorprendenti, improvvisi e ad alto impatto, ma aggiunge che: 

le Wild card hanno il potere di sconvolgere completamente molte cose e cambiano radicalmente il pensiero e la pianificazione di molte persone”.

Ulteriore caratteristica è quindi la rapidità con cui emergono, tanto che la società e le sue strutture non riescono a reagire in modo repentino. Sono eventi improvvisi, che “sorprendono tutti”: nessuno li ha previsti.

Nello stesso periodo Sandro Mendonça e colleghi definiscono le Wild card come:

 “incidenti improvvisi e unici che possono costituire punti di svolta nell’evoluzione di una certa tendenza”. Sostengono inoltre che: “le Wild card sono uno dei più imprevedibili e dannosi fattori scatenanti del cambiamento principalmente su quattro tematiche: tendenze, cicli, problemi emergenti ed eventi jolly”.

Abbiamo già sottolineato come questi eventi imprevisti possano avere conseguenze radicali sulle strutture della società, essi possono far deviare e modificare in maniera importante le tendenze e le loro evoluzioni nel presente e nel futuro e alle volte possono essere talmente forti da impattare anche sui megatrend, senza però modificarne significativamente l’andamento nell’avvenire.

Mika Mannermaa a sua volta nel 1999 aveva usato il termine come sinonimo di “segnale debole”, definendo entrambi come:

 “problemi che stanno germogliando e non hanno una storia, una tendenza o altro evento passato assimilabile, ma che possono diventare in futuro fenomeni centrali o fattori influenzanti”. 

Nel 2004 lo stesso autore ha rivisto la propria definizione di Wild card e segnali deboli unendoli e identificandoli nella definizione:

i segnali deboli, in genere, hanno una bassa probabilità e un enorme potenziale di influenza”. 

L’esperienza maturata in questi anni ci porta a sottolineare che assimilare i segnali deboli alle Wild Card e viceversa in un unico concetto è fuorviante in quanto essi rappresentano due fenomeni diversi: i segnali deboli sono i primi segnali di un possibile cambiamento e quindi possono anche essere delle Wild card, ma non è scontato che TUTTI i segnali deboli debbano diventare per forza Wild card.

Le Wild Card non sono necessariamente eventi negativi

Un’altra caratteristica delle Wild card è che spesso si è portati a pensare a queste come eventi negativi. In realtà non è così: possono essere sia positive che negative in quanto la loro “qualità” dipende dai soggetti che ne fanno esperienza. Spesso accade che una Wild card sia positiva per un’azienda, un’organizzazione o una persona ma allo stesso tempo negativa se non esiziale per un’altra azienda o organizzazione appartenente ad un settore o ad un contesto diverso.

Come individuare le Wild Card

Per riuscire a visualizzare le possibili Wild card è importante individuare all’interno della propria organizzazione quali potrebbero essere gli eventi più impattanti per il business o per il proprio contesto. Un’altra strategia è ampliare il proprio “radar” al fine di cogliere possibili Wild card passate inosservate ricorrendo ad un robusto programma di Horizon Scanning, ovvero di scansione ambientale. Una volta individuate le Wild card, queste possono essere sottoposte ad un’analisi per valutarne i possibili impatti utilizzando alcuni Esercizi di Futuro, come ad esempio la Ruota dei Futuri – metodo tipico dei Futures Studies che permette di valutare le conseguenze primarie e secondarie di sorprese e discontinuità.

Uscire dalla propria zona di confort e immaginare possibili Wild card diventa sempre più importante per le imprese e le pubbliche amministrazioni perché le porta a riflettere su possibili sorprese. Vedere in anticipo le potenziali discontinuità aiuta ad essere preparati nel caso queste accadano, costruendo così strategie più solide a medio e lungo periodo. I Futuristi (o futuri Futuristi) continuano nella loro professione a confrontarsi con questi fenomeni e a immaginare possibili sorprese ricorrendo ai tool e alle metodologie della teoria dei Futures Studies e dell’Anticipazione, adottando così un approccio proattivo e non reattivo.

Scrivici per maggiori informazioni su Wild Card, Segnali Deboli e Studi di Futuro.

Fonti bibliografiche

Cornish, E., The Wild Cards in our Future, The Futurist. 37: 18-22. 2003

Mannermaa, M., Tulevaisuuden Hallinta – Skenaariot Strategiatyöskentelyssä, Porvoo: WSOY. 1999

Mannermaa, M., Heikoista Signaaleista Vahva Tulevaisuus, Porvoo: WSOY. 2004

Mendonça, S.; Cunha, M. P.; Jari, K. and Ruff, F.,  Wild Cards, Weak Signals and Organizational Improvisation, Futures. 36: 201-218. 2004

Petersen, J. L., Out of the Blue: How to Anticipate Big Future Surprises, Lanham: Madison Books. 1999

Poli, R., Lavorare con il Futuro. Metodi e strumenti per governare l’incertezza, Egea. 2019

Rockfellow, J., Wild Cards: Preparing for the Big One, The Futurist. 1: 14-19. 1994

Francesco Brunori
Francesco Brunori
Laurea triennale in Studi Internazionali, Laurea magistrale in Gestione delle Organizzazioni e del Territorio e Master di II livello in Previsione Sociale. Inizialmente focalizzato sul futuro della medicina e sull'invecchiamento della popolazione, si è interessato poi alla formazione in ambito educativo e aziendale. Con altri colleghi gestisce esercizi di Futuro complessi in diversi settori. Matura competenze nella gestione aziendale, delle vendite e del marketing di cui è il responsabile all'interno di -skopìa. Coordina le attività di -skopìa [EDUCATION] ed è responsabile dei Future Labs.