Previsione Strategica e Resilienza: Come l'UE si prepara al futuro - SKOPIA Anticipation Studies Blog

Previsione Strategica e Resilienza: Come l’UE si prepara al futuro

PREVISIONE STRATEGICA E RESILIENZA AL CENTRO DELLA COSTITUZIONE DI STRATEGIC FORESIGHT UNIT NELLA PA

Come ha reagito l’Europa dinanzi alla pandemia?

La Commissione ammette che inizialmente la reazione è stata automatica, più orientata alla “competizione per le scarse risorse mediche e azioni unilaterali degli Stati membri nel mercato unico e nello spazio Schengen” per poi trasformarsi in migliore collaborazione e coordinamento con soluzioni innovative che hanno “dimostrato le sue doti di resilienza”.

L’UE ha dunque messo in mostra la capacità di agire per rispondere alle avversità. Da qui l’idea di trasformare il concetto di resilienza nel perno dell’attività di strategic foresight a livello comunitario, ma anche nella governance dei singoli stati membri e delle unità organizzative inferiori, perché la resilienza esprime appunto quanto le comunità del Vecchio continente siano in grado di far fronte alle sfide e di trasformarsi in modo giusto, sostenibile e inclusivo.

Sfida nella sfida nel cogliere l’opportunità di cambiare, come portato dell’esperienza della pandemia, sarebbe poi l’abilità di “pronosticare gli sviluppi futuri e trovare il giusto equilibrio tra il benessere delle generazioni attuali e di quelle future. Quindi la resilienza attraverso la previsione strategica acquista anche un valore sociale nella solidarietà tra le generazioni.

Previsione strategica e resilienza per affrontare il futuro

Nel documento c’è un’eccessiva attenzione sugli eventi con probabili impatti negativi. La cosa non stupisce visto il periodo drammatico della pandemia che stiamo ancora vivendo, ma trascura il fatto che è del tutto plausibile e possibile anche il verificarsi di eventi o dell’accelerazione di processi (ad esempio nell’ambito delle tecnologie) che possono avere impatti altrettanto diffusi e profondi, ma non necessariamente negativi.

La previsione strategica dunque non dovrebbe servire solo ad “attenuare le vulnerabilità e a rafforzare le capacità rivelate dalla crisi, aprendo a nuove opportunità e rendendo l’Europa più resiliente”.

Tuttavia il documento coglie invece appieno il valore iterativo del processo di previsione strategica “con costanti iterazioni delle valutazioni e circuiti di feedback”.

L’Europa è davvero così resiliente?

Da futuristi notiamo anche un’eccessiva fiducia su quello che l’UE è oggi, da un punto di vista economico e sociale, proiettando le conquiste e i successi ottenuti fino a qui anche nel futuro. 

Fiducia che si evince da frasi come: “[…] la resilienza sociale ed economica dell’Europa si fonda sulla sua popolazione e sulla sua impareggiata economia sociale di mercato […]” e locuzioni come: “un’economia competitiva con sistemi sociali che mirano a proteggere le persone dagli avvenimenti negativi” e un “solido sistema di istruzione pubblica”.

Ma sappiamo che quello che esiste oggi, domani potrebbe essere tutt’altro. 

La previsione strategica a nostro parere dovrebbe quindi prima di tutto porsi lo scopo di esplorare con franca spregiudicatezza, provando a immaginare anche futuri disfunzionali per spronare i responsabili della governance ad avere pronte nel cassetto più soluzioni per diversi futuri.

Lo schema che è stato immaginato per una declinazione concreta dello strategic foresight nella quotidianità delle attività di governo e pianificazione risulta un po’ semplice e, come si diceva, orientato più all’evoluzione delle cose note che non all’indagine sulle cose non note, sui futuri che non si conoscono.

Le 4 dimensioni della previsione strategica 

La figura ufficiale nel report della Commissione illustra appunto come la previsione strategica debba essere interpretata attraverso quattro dimensioni privilegiate:

  • Sociale ed economica
  • Geopolitica
  • Ecologica 
  • Digitale

dove il dato di novità è il ruolo attribuito alla geopolitica, fattore che tende ad essere in genere trascurato sia a livelli più bassi di pianificazione (stati, regioni, enti locali) sia come variabile indipendente e rilevante nelle dinamiche globali.

Tali dimensioni vengono, secondo l’idea di Previsione strategica elaborata dallo staff del Vicepresidente Šefčovič, attraverso il filtro di due flussi di cambiamento in corso: le ”megatendenze pertinenti” e le conseguenze della crisi pandemica

Questi due elementi dinamici di cambiamento vengono fatti interagire nel concetto di Previsione strategica comunitaria con altre due dimensioni, ancora molto legate al presente e quindi all’attualità piuttosto che al futuro, che sono le “capacità” e le “vulnerabilità” dell’Unione.

“Le politiche che si avvalgono della previsione strategica riescono in maggior misura ad attenuare le vulnerabilità e a rafforzare le capacità rivelate dalla crisi, aprendo a nuove opportunità e rendendo l’Europa più resiliente.”

Il documento poi enumera sia una serie di “capacità” dell’UE, che potremmo anche chiamare i punti di forza comunitari, sia i punti deboli ovvero le “vulnerabilità (organizzazione dei sistemi sanitari, funzionamento dei mercati del lavoro, disuguaglianze in crescita, asimmetrie nelle capacità di intervento, ecc.).

Previsione strategia e resilienza: risultati attesi

L’outcome del lavoro incentrato sulla Previsione strategica dovrebbe condurre a 4 risultati tendenziali: 

  • l’accelerazione di megatendenze positive
  • il rallentamento di quelle negative
  • l’emergere di opportunità di crescita e di sviluppo per il benessere delle popolazioni residenti e per il multilateralismo geoponico
  • l’aumento della resilienza, così come descritta e interpretata dall’UE, cioè in sostanza della capacità di evolversi, di adattarsi ai cambiamenti senza perdere la propria identità culturale.

-skopìa insieme ad altri attori del mondo degli Studi sui Futuri è impegnata in prima linea nella diffusione della cultura dell’Anticipazione e della Previsione strategica e quindi della costituzione ad ogni livello di “unità di previsione strategica”

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Antonio Furlanetto
Antonio Furlanetto
Dopo la laurea in Germanistica presso la facoltà di Trieste (ma anche Berlino e Lubiana) ha conseguito il Master in Diritto delle Responsabilità Civili presso l'Università di Genova, specializzandosi poi nel problem solving transnazionale e nella risoluzione dei conflitti culturali. Ha frequentato il Master in Previsione Sociale presso l'Università di Trento. Quando approda in -skopìa porta con sé oltre vent'anni di esperienza professionale nel settore delle assicurazioni (sinistri internazionali, fino al ruolo di country manager), nel risk manager (è socio di ANRA) e nel business aziendale per contribuire alla costruzione dei prodotti dedicati alle imprese e alle amministrazioni pubbliche.