Quali Futuri Per Il Lavoro? - SKOPIA Anticipation Studies Blog

Quali Futuri Per Il Lavoro?

UNA PRIMA INCERTEZZA SOTTO LA LENTE DEI NOSTRI OSSERVATORI

Cominciamo con questo articolo una mini rassegna sulle incertezze che attraversano questi anni di transizione della Quarta Rivoluzione Industriale, quella dell’entrata nell’era digitale.

Proviamo a fare alcune ipotesi che riguardano i futuri del lavoro e i lavori del futuro. Non è un gioco di parole, al contrario: la congiuntura che stiamo vivendo ci traghetterà in un mondo in cui la stessa concezione del lavoro sarà molto diversa da quella odierna e dove esisteranno mestieri e professioni del tutto nuovi.

La pandemia, al di là dei danni alla comunità globale e al drammatico conto in termini di vittime e di qualità della vita, che ha presentato con minore o maggiore gravità in tutti i Paesi, ha funzionato e sta funzionando anche da potente catalizzatore di cambiamenti.

Anche nel mondo del lavoro.

È come se ci trovassimo già di fronte ad un bivio: se cogliamo il momento storico, la congiuntura – nonostante gli esiti drammatici di cui si è detto – per agevolare i cambiamenti, per introdurre le riforme e per trasformare il nostro sistema economico e sociale verso la vera e reale sostenibilità, allora i futuri nella loro incertezza saranno comunque per noi e per le giovani generazioni pieni di aspettative, speranze ed esperienze entusiasmanti.

In caso contrario ci dovremo comunque attrezzare ad affrontare momenti più difficili in cui la trasformazione della nostra società e del mondo globalizzato sarà più conflittuale, meno coesa e dove ci saranno meno vincitori e più perdenti.

Si tratta di governare i grandi contrasti che caratterizzano la nostra epoca di transizione: abbiamo la più grande disponibilità di sempre in tecnologie esponenziali, che promettono di risolvere molti problemi, ma al contempo si palesano molte insufficienze del nostro agire sociale e in altri ambiti di vita: dalla salute all’energia, dalle politica alla mobilità, dall’educazione alla geopolitica ecc.

E siamo esposti ad alcuni megatrend che, soprattutto nell’ambito del lavoro, ci costringono e ci costringeranno a escogitare sempre nuove strategie di adattamento: l’invecchiamento della popolazione (soprattutto qui da noi in Italia), l’automazione del lavoro (non solo nelle fabbriche ma anche negli uffici) ed ancora la trasformazione delle competenze con la cessazione di alcuni mestieri e professioni e la nascita di nuovi.

Riusciremo a gestire questo passaggio epocale rispondendo ai rischi demografici e alle incognite della tecnologia sul lavoro, magari attraverso un’ulteriore riduzione dell’orario di lavoro generalizzato abbinato a un aumento della produttività?

Ha ragione chi dice che l’ascensore sociale si sta fermando e che vivremo a breve in un mondo polarizzato in cui scomparirà il ceto medio perché verrà a mancare il lavoro impiegatizio?

Oppure ha la vista più lunga chi sostiene che, in fondo, l’unico indice negativo a livello mondiale è quello che misura l’aumento delle disuguaglianze e la distribuzione della ricchezza, mentre tutti gli altri indicatori sono positivi e che – quindi – grazie al potente innesto delle nuove tecnologie ci aspetta negli anni Trenta un boom economico e un benessere sociale paragonabile a quello degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso?

Che ne sarà di tutti quegli uffici che hanno caratterizzato e caratterizzano ancora il paesaggio urbano e sociale delle nostre città? Il telelavoro sta già cambiando le nostre abitudini, la nostra mobilità e il volto stesso degli agglomerati urbani.

Gli “Studi sui Futuri” e l’Osservatorio di -skopìa sui cambiamenti nel mondo del lavoro, forniscono una chiave di lettura innovativa e preziosa delle possibilità che vengono offerte a noi tutti, ma in particolare ai nostri decisori (nelle aziende, nelle comunità e soprattutto nelle amministrazioni pubbliche) per governare i cambiamenti del lavoro e trasformarli in nuovo benessere per tutti. Conoscere la situazione attuale è importante, ma è altrettanto importante anticipare le possibili direzioni dei cambiamenti e sfidarci con domande provocatorie e di riflessione per mettere in discussione le cose come le conosciamo e provare a guardarle da un’altra prospettiva.

Scrivici per scoprire le diverse attività che portiamo avanti con i nostri Osservatori oppure per progettare con noi un percorso di Anticipazione per l’innovazione, la trasformazione e il cambiamento della tua organizzazione.

Antonio Furlanetto
Antonio Furlanetto
Dopo la laurea in Germanistica presso la facoltà di Trieste (ma anche Berlino e Lubiana) ha conseguito il Master in Diritto delle Responsabilità Civili presso l'Università di Genova, specializzandosi poi nel problem solving transnazionale e nella risoluzione dei conflitti culturali. Ha frequentato il Master in Previsione Sociale presso l'Università di Trento. Quando approda in -skopìa porta con sé oltre vent'anni di esperienza professionale nel settore delle assicurazioni (sinistri internazionali, fino al ruolo di country manager), nel risk manager (è socio di ANRA) e nel business aziendale per contribuire alla costruzione dei prodotti dedicati alle imprese e alle amministrazioni pubbliche.