-skopìa vola in Brasile per un percorso di formazione internazionale

-skopìa vola in Brasile per un percorso di formazione internazionale con SESI

-skopìa ha condotto un percorso di formazione internazionale di 2 settimane sugli Studi di Futuro e l’Anticipazione per SESI, un importante committente brasiliano, a dimostrazione di un interesse sempre crescente nei confronti di questa disciplina. Vediamo com’è andata

Abbiamo intervistato Elena Petrucci, ricercatrice di -skopìa che insieme al presidente Roberto Poli ha condotto il percorso di formazione internazionale presso SESI/RS, Serviço Social da Indústria, un’istituzione brasiliana senza scopo di lucro che lavora al fianco di industrie e aziende per migliorare la qualità della vita dei lavoratori brasiliani, delle loro famiglie e delle comunità.

D: -skopìa è di ritorno da una entusiasmante esperienza formativa presso SESI. Raccontaci com’è andata.

R: Sicuramente è stata un’esperienza molto interessante, sia per noi di -skopìa che ci approcciavamo per la prima volta ad un contesto extraeuropeo, sia per SESI e per i partecipanti che testavano per la prima volta i metodi dei Futures Studies e dell’Anticipazione.

Io e il Professor Poli abbiamo tenuto un corso di due settimane, durante le quali abbiamo alternato concetti teorici a laboratori pratici. Il gruppo era molto eterogeneo e rappresentativo delle diverse dimensioni di SESI e non solo (dall’area della formazione, alla salute – anche mentale, all’innovazione e all’ufficio strategico), questo ha fatto sì che si creasse una bella atmosfera, creativa e di confronto dalla quale sono emersi tantissimi spunti ed idee che i partecipanti porteranno avanti nel tempo sia trasversalmente sia con progetti dedicati all’interno delle diverse ripartizioni.

D: Qual era la richiesta di questo importante committente?

R: La richiesta del committente era quella di comprendere meglio e “avvicinarsi” a quelli che sono gli Studi di Futuro e l’Anticipazione. 

Quindi, da un lato, un’introduzione alla “Futures Literacy” ovvero la propensione ad un pensiero prospettico declinato su alcuni aspetti vicini e di interesse per i partecipanti e dall’altro fornire alcuni strumenti pratici di indagine dei futuri per mettere a fuoco esigenze più sofisticate rispetto a ciò che potrebbe accadere nell’ambito della gestione pubblica per ricorrere poi a esercizi di futuro complessi di pianificazione a medio – lungo termine.

D: Quali punti di criticità e quali opportunità sono emerse per questa realtà in fase di formazione grazie all’Anticipazione e ai Futures Studies?

R: I punti di criticità, anche se non li definirei proprio così, riguardano principalmente l’effetto di straniamento che incontriamo molto spesso quando parliamo di futuri.

Inizialmente le persone si sentono un po’ disorientate perché il nostro è un approccio che mira proprio a cambiare il mindset e il punto di vista da cui guardiamo la realtà che ci circonda. “Combattere” la linearità di pensiero non è facile per nessuno ed è un grande sforzo per le persone che si cimentano per la prima volta con questa disciplina e con gli esercizi di futuro. 

Ma quando avviene quel “click” tutto cambia e si vedono le cose sotto una diversa prospettiva e si riescono ad immaginare e vedere diverse opportunità. Sicuramente l’alternanza tra la teoria e la pratica a cui accennavo prima ha aiutato enormemente perché ha reso concreti i futuri, qualcosa che possiamo vedere e costruire. Non è solo qualcosa di teorico, ma la teoria è in funzione dell’applicazione dei concetti e degli strumenti che gli Studi di Futuro offrono.

D: Qual è stato l’obiettivo della formazione? E quali le nuove consapevolezze raggiunte?

R: L’obiettivo era quello di portare all’interno di SESI il mondo dei Futures Studies e dell’Anticipazione sia come conoscenza teorica che come strumenti utili a raggiungere gli obiettivi strategici dell’organizzazione. 

I partecipanti hanno potuto apprendere le basi teoriche fondamentali per avviare un processo di Futures Literacy e imparare i principali metodi di futuro. Questo obiettivo primario era accompagnato da più sotto obiettivi: essere in grado di applicare e replicare i metodi di futuro per una pianificazione e una programmazione strategica di SESI, rafforzare i servizi che SESI offre alle aziende con una forte componente di futuro e, in ultimo, replicare gli esercizi di futuro all’interno delle singole aziende assistite per aiutarle a sviluppare strategie e piani di medio e lungo periodo

D: Qual è stato il ruolo di -skopìa in questo percorso? Come è stato percepito il valore aggiunto del lavoro dei futuristi?

R: Il ruolo di -skopìa è stato prima di tutto quello di “formare” i partecipanti, ossia fornire loro le conoscenze e i concetti base dei Futures Studies e offrire gli strumenti per comprendere i cambiamenti in atto e l’accelerazione che contraddistingue la nostra epoca.

In secondo luogo, -skopìa ha accompagnato i partecipanti nell’applicazione concreta dei metodi attraverso simulazioni pratiche che hanno permesso di testare la meccanica degli esercizi su tematiche di interesse per i partecipanti e per SESI.

Il valore di questo percorso è senza dubbio emerso durante la seconda settimana quando i partecipanti, dopo aver visto e applicato i diversi metodi, sono stati chiamati a facilitare loro stessi gli esercizi. Questo li ha “trasformati” da semplici partecipanti ad attori attivi del processo: hanno provato “sulla loro pelle” cosa significa impostare un esercizio di futuro, cosa significa spronare e spingere le persone a staccarsi dal presente per provare ad immaginare e visualizzare futuri possibili, quali dinamiche si possono creare e come gestire i vari passaggi, soprattutto quelli critici, di un esercizio di futuro.

D: Come è stato lavorare a contatto con una cultura e una realtà così diversa da quella italiana? Quali i punti di contatto e le differenze tra Italia e Brasile nella percezione dell’importanza degli Studi di Futuro nel settore pubblico?

R: Sicuramente il Brasile funziona in maniera diversa dall’Italia, sia a livello organizzativo, ma anche ovviamente da un punto di vista culturale. 

La prima cosa importante è stato capire, o meglio farci spiegare, il funzionamento di SESI, le attività, i servizi per cogliere alcuni tratti fondamentali del contesto in cui entravamo. Giusto per fare un esempio, SESI attraverso le sue attività e i suoi servizi (anche di welfare aziendale) vuole migliorare la qualità della vita dei lavoratori brasiliani, delle loro famiglie e delle comunità con un bacino di utenza di 10.000 aziende e 400.000 persone.

Per noi diventava fondamentale conoscere, seppur superficialmente, questi aspetti. Questo ha reso possibile strutturare il percorso, soprattutto la parte laboratoriale, su tematiche precise, di loro interesse e che li aiutasse a toccare con mano cosa significa lavorare con il futuro per ottenere informazioni e risultati strategici spendibili nel proprio contesto e nel proprio mercato di riferimento.

Per il resto, sono stati molti di più i punti di contatto che non le differenze. Può cambiare il posto, può cambiare la cultura di riferimento, ma per gli esseri umani pensare al futuro è un’attività innata e questo è parso subito evidente. 

D: Prima di lasciarci, qualche tua considerazione personale e professionale su questo genere di esperienze a contatto con realtà internazionali. 

R: Sicuramente per me è stata una grandissima esperienza.

Non ero mai stata “oltreoceano” e vedere una realtà non europea è stato molto bello. Sia a livello personale che professionale mi ha permesso di crescere e di mettere alla prova le mie capacità in un contesto “estraneo”, non familiare e questo è sempre sfidante.

Un primo test è stato sicuramente quello della lingua: parlare, comunicare e spiegare in inglese per due settimane ti costringe a tenere sempre alta la concentrazione perché devi riuscire a far passare i messaggi che desideri in una maniera diversa da quella usuale.

Devi inoltre trovare un linguaggio comune che permetta di cogliere l’importanza di quello che facciamo, che trasmetta l’entusiasmo e quanto crediamo nel nostro lavoro di futuristi. Questa per fortuna è stata la parte più semplice, perché il gruppo di lavoro era molto coinvolto, veramente molto attivo con una mentalità aperta e una gran voglia di mettersi alla prova e di acquisire le competenze di futuro.

Vuoi avvicinarti anche tu al mondo dell’Anticipazione e dei Futures Studies per dare alla tua azienda o organizzazione gli strumenti giusti per affrontare il futuro?

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Elena Petrucci
Elena Petrucci
Laurea triennale in Sociologia e Scienze Criminologiche per la Sicurezza, Laurea magistrale in Gestione delle Organizzazioni e del Territorio e Master di II livello in Previsione Sociale. Analista di tendenze, è co-responsabile degli Osservatori di -skopìa. Esperta nella progettazione e nell’utilizzo di tool online e digitali per gli esercizi di futuro, si occupa principalmente di formazione e consulenza per le aziende e il settore pubblico.