Strategic Foresight e Corporate Foresight - SKOPIA Anticipation Studies Blog

Strategic Foresight e Corporate Foresight: due facce della stessa medaglia

Strategic Foresight e Corporate Foresight sono due facce della stessa medaglia: proviamo a fare chiarezza e a spiegare perché 

Strategic Foresight e Corporate Foresight: facciamo subito un po’ di chiarezza e un po’ d’ordine nella terminologia per comprendere similitudini e differenze.

Studi di Futuro (Futures Studies) è la disciplina scientifica che si occupa di come approcciare i futuri, con quali strumenti e come poter “lavorare” con essi. Questo è proprio il titolo del libro di Roberto Poli, edito nel 2019.

Abbiamo trattato molte volte sia la storia di questa disciplina, sia i metodi dedicati.

Gli Studi di Futuro utilizzano due modelli per analizzare ciò che potrà accadere: la previsione classica basata su metodi quantitativi e sui dati del passato, detta Forecast e la previsione creativa, immersiva o esplorativa che usa i metodi qualitativi del Foresight ed è tutta proiettata al futuro.

L’Anticipazione è l’attività core che sintetizza le istruttorie fatte con i due modelli di speculazione sui futuri e, dopo aver visto tutto quello che potrebbe accadere, riporta pragmaticamente i risultati nel presente per trasformarli in azione, il che vuol dire: decisioni, strategie e piani di azione di medio e lungo periodo, cioè implementazione, messa a terra o execution, chiamatela come meglio credete.

Strategic Foresight o Previsione Strategica

Le modalità con cui i professionisti di futuro e le organizzazioni mettono in pratica l’intero ciclo ricorsivo del lavoro con i futuri possono prendere molti nomi diversi a seconda delle scuole di pensiero, di consuetudini che si stanno radicando, degli ambiti o settori in cui vengono applicate e da altri fattori.

Una di queste modalità si chiama Previsione Strategica o Strategic Foresight. A volte si parla di Corporate Foresight, che è pur sempre un tipo di previsione strategica o meglio è una denominazione per indicare la previsione strategica che si fa nelle aziende. Pur cambiando il nome, non si cambiano le cose. Su questo ritorneremo.

Vediamo intanto di dire qualcosa di più sulla Previsione Strategica.

Innanzitutto perché se ne fa un gran parlare. Semplicemente perché si sta piano piano – e finalmente! – diffondendo l’opinione che si tratti di uno strumento essenziale nella pianificazione lungimirante, cioè di medio e lungo termine delle organizzazioni. Senza fare di primo acchito distinzioni tra Pubbliche Amministrazioni e aziende di qualsiasi dimensione.

Certo, il discorso si è fatto e si farà più stringente da quando la Commissione EU ne ha fatto un elemento portante nella pianificazione delle stesse istituzioni comunitarie, ma più in generale della pianificazione delle PA a qualsiasi livello. Una serie di potenti strumenti e metodi prospettici di lunga gittata, diciamo così, per poter meglio prestare servizi agli utenti e cioè ai cittadini o fornire ai consumatori prodotti adatti all’avanzare del tempo e delle trasformazioni esponenziali della nostra era di transizione.

Previsione Strategica: una definizione 

Parliamo di definizioni prima di tutto, che cosa si intende precisamente con Previsione Strategica?

Il sintagma stesso ci indica la direzione, ovvero un “guardare avanti attivo”, un “andare a vedere le cose che potrebbero avvenire”, per poi fare che cosa? 

Se ritorniamo sul concetto di anticipazione allora all’attività di scandaglio ed esplorazione dovremmo aggiungere quanto meno il ritorno al presente e prendere decisioni più informate e solide.

Provando a consultare la letteratura ma anche le proposte di enti e aziende specializzate otteniamo da futuristi, accademici ed economisti definizioni abbastanza simili. 

La Previsione Strategica permette di creare una visione prospettica coerente e funzionale, di alta qualità, declinando poi le intuizioni che ne derivano in strumenti organizzativi utili a guidare l’attività politica, modellare strategie ed esplorare nuovi mercati, prodotti e servizi. 

Oppure c’è chi dice che il ruolo della Previsione Strategica è quello di fornire ai dirigenti d’azienda e ai responsabili delle politiche governative modi per guardare al futuro con occhi diversi e comprendere appieno le possibili implicazioni di percorsi tecnologici/sociali alternativi. O ancora è la capacità di intravvedere gli sviluppi prima che diventino tendenze, di riconoscere modelli prima che emergano come tali prima che abbiano impatti significativi.

La Previsione Strategica è quindi una sorta di “intelligenza strategica” che sta a monte di decisioni operative? Qualcuno si spinge più avanti e aggiunge che lo Strategic Foresight è una disciplina utile alle organizzazioni per raccogliere ed elaborare informazioni sul loro ambiente operativo futuro. Altri aggiungono che lo SF consente di governare il mondo VUCA con una pianificazione innovativa basata sugli Studi di Futuro, ovvero la sua volatilità, incertezza, complessità e ambiguità.

Queste parole ci inducono a pensare che esiste la tendenza a spostare l’attenzione non solo sulla questione di raccolta dei dati, di scansione ambientale e dell’interpretazione prospettica delle informazioni così attinte, ma di focalizzare il discorso anche sulla governance e quindi su una pianificazione attiva e naturalmente innovativa.

Anche le grandi istituzione internazionali come l’OCSE sembrano andare in questa direzione perorando l’idea che, in fondo, la Previsione Strategica sia certo “un paio di occhiali per prevedere cosa potrebbe accadere” per comprendere e fornire basi decisionali, ma abbia anche una componente che si orienta alla programmazione perché è un “modo strutturato e sistematico di utilizzare le idee sul futuro per prepararsi meglio al cambiamento” e utilizzare queste idee per “agire subito”. Sempre l’OCSE nelle raccomandazioni indirizzate proprio al governo italiano un paio di anni fa diceva che gli strumenti dello SF sono il metodo migliore per “sviluppare una visione strategica a lungo termine che definisca i risultati desiderati in termini di sviluppo sostenibile”.

E la stessa Commissione dell’Unione Europea nel primo report sullo SF ci regala queste definizioni lapidarie: 

“La previsione è la disciplina che esplora, prevede e orienta il futuro per contribuire a costruire e utilizzare l’intelligenza collettiva in maniera strutturata e sistemica così da pronosticare gli sviluppi futuri […] per tracciare meglio i possibili percorsi di transizione, preparare l’UE a resistere agli shock e plasmare il futuro che vogliamo”.

Abbiamo dunque quasi tutti gli ingredienti di quello che noi in -skopìa intendiamo come Anticipazione nella sua realizzazione concreta, ovvero lo SF: studio dei futuri, costruzione di scenari, identificazione dei futuri preferiti, pianificazione della roadmap per raggiungerli, attuazione dei piani di azione, accompagnamento e monitoraggio del percorso per valutare i risultati e correggere la rotta. Perché la realtà non si ferma mai! 

Strategic Foresight e Corporate Foresight: le differenze

Vediamo ora se e in che maniera il Corporate Foresight si distingue dallo Strategic Foresight.

Tutti gli autori dal punto di vista teorico ma anche la maggior parte dei professionisti che applicano la Previsione Strategica nelle aziende (i practitioner come i futuristi) sono concordi nell’affermare che nel modo aziendale anche lo SF deve contribuire a creare valore e definire il purpose

Ma questo cosa significa in concreto?

Alcuni esempi: aumentare la capacità predittiva di medio-lungo termine dell’azienda, supportare la ricerca e attrarre l’innovazione, creare nuovi business model, consentire di gestire l’azienda in condizioni discontinue e monitorare l’evoluzione di medio-lungo periodo dei mercati e del business.

Tutte queste attività devono portare a esplicitare la volontà di trasformare la cultura aziendale e indirizzare l’operatività dell’impresa in modo lungimirante, accompagnando il cambiamento con l’azione.

In questo senso, Previsione Strategica e Corporate Foresight possono essere considerate due facce della stessa medaglia.

Corporate Foresight: una visione strategica per le imprese 

Proviamo a questo punto a dare una definizione e a parlare in modo più specifico anche di Corporate Foresight, per comprendere meglio similitudini e differenze rispetto alla Previsione Strategica in generale.
Il Corporate Foresight si può considerare una componente cruciale della Previsione Strategica, ma applicata nello specifico al contesto aziendale. Rappresenta il processo attraverso il quale le aziende non solo identificano e analizzano le tendenze emergenti e le potenziali discontinuità del mercato, ma sviluppano anche strategie per affrontare e sfruttare queste sfide e opportunità nel medio e lungo termine.

Il Corporate Foresight ha come obiettivo, come dicevamo prima, l’integrazione di un mindset anticipante e di una visione sui futuri all’interno della struttura decisionale dell’azienda, al fine di migliorarne resilienza e capacità di adattamento. 

A differenza dello Strategic Foresight, che può essere applicato in contesti più ampi, come le politiche pubbliche o la pianificazione territoriale, il Corporate Foresight è strettamente legato agli obiettivi aziendali. Questo approccio consente alle imprese di allineare le loro strategie a lungo termine con la loro missione e visione, creando valore sostenibile e garantendo un vantaggio competitivo.

L’importanza del Corporate Foresight risiede nella sua capacità di trasformare l’incertezza del futuro in un’opportunità di crescita per l’azienda che lo utilizza, favorendo l’innovazione e permettendo alle aziende di anticipare i cambiamenti di mercato, anziché subirli.
Ecco perché il Corporate Foresight diventa uno strumento essenziale per la leadership aziendale, una branca sempre più indispensabile dello Strategic Foresight.

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Cosa è la Previsione Strategica?

Antonio Furlanetto
Antonio Furlanetto
Dopo la laurea in Germanistica presso la facoltà di Trieste (ma anche Berlino e Lubiana) ha conseguito il Master in Diritto delle Responsabilità Civili presso l'Università di Genova, specializzandosi poi nel problem solving transnazionale e nella risoluzione dei conflitti culturali. Ha frequentato il Master in Previsione Sociale presso l'Università di Trento. Quando approda in -skopìa porta con sé oltre vent'anni di esperienza professionale nel settore delle assicurazioni (sinistri internazionali, fino al ruolo di country manager), nel risk manager (è socio di ANRA) e nel business aziendale per contribuire alla costruzione dei prodotti dedicati alle imprese e alle amministrazioni pubbliche.